La psicoterapia cognitiva comportamentale è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.

Tale approccio postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento.

La Psicoterapia cognitivo comportamentale lavora per obiettivi, fornendo al paziente dei metodi per arrivare gradualmente ai risultati prefissati. La prospettiva evoluzionista in Psicoterapia cognitiva si rifà alla Teoria dell′Attaccamento di Bowlby, il quale teorizza, la tendenza innata nell′essere umano a ricercare la vicinanza protettiva di una figura ben conosciuta ogni volta che si incontrano situazioni di pericolo, dolore, fatica o solitudine. Tale concezione si fonda su osservazioni etologiche, a partire dal fenomeno dell′imprintig negli uccelli, fino ai sistemi più complessi dei mammiferi. Evoluzionista sta quindi sia per il significato relativo alla evoluzione di tale sistema nel modo animale, sia per il ruolo che esso assume nell′evoluzione del singolo individuo. Il sistema di attaccamento è collegato a sistemi psicobiologici legati alla sopravvivenza e per tale motivo alcuni disturbi che originano da difficoltà nella relazione di attaccamento hanno forti correlati corporei. É importante comprendere il sistema di attaccamento per poter gestire le emozioni, nonché per poter gestire meglio le relazioni.

Nella Psicoterapia cognitivo comportamentale ad indirizzo Evoluzionista, considerata di "Terza Onda", si lavora anche sul corpo e si possono integrare i metodi della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Standard con l′EMDR, Terapia Sensomotoria, La Terapia Metacognitiva Interpersonale.